LICEO SAN GIUSEPPE CALASANZIO/POSSAGNO
Fin dall’inizio 2019, il virus Covid-19 si è imposto come un maestro di musica dettando il nostro ritmo di vita. Questa pandemia ha quasi reso reale la teoria dell’Eterno Ritorno dell’Uguale di Friedrich Wilhelm Nietzsche, secondo la quale ci sarebbe una ripetizione eterna di tutte le realtà ed eventi del mondo. Il ritmo di vita, come anche quello scolastico, è diventato una catena viziosa di tipo: lockdown – lamenti – apertura – assembramenti – aumento contagi – lockdown.
Nonostante ciò, la famiglia scolastica Cavanis di Possagno non si era mai fermato a svolgere le sue attività adattandosi alla situazione sanitaria e sociale attuale. Il ritmo scolastico è quasi diventato abituale: didattica a distanza – didattica in presenza e così via.
Dal primo febbraio e dopo un secondo lockdown, il Cavanis di Possagno sorride ancora con la didattica in presenza; e chi dice didattica in presenza dice socializzazione, ritornare alla vita così come l’hanno espresso i nostri ragazzi:
Nicola Nazzareno TODESCO, quarta superiore linguistico
Il periodo che stiamo vivendo ci sta mettendo tutti alla prova, tuttavia, spesso si dice che siano i maestri più esigenti coloro che impartiscono le lezioni più importanti. Di fatto, i mesi in cui la didattica a distanza si è resa indispensabile, la difficoltà maggiore è stata simulare l’educazione senza contatto diretto tra allievo e insegnante. Ciò mi ha portato a valorizzare ancora una volta il Cavanis. Il nostro istituto, attraverso le numerose difficoltà di questi due anni, ha dimostrato infatti che la nostra scuola non è un edificio, bensì una famiglia. Come tale, essa per arrivare alle nostre menti passa innanzitutto dai nostri cuori.
Giovanni REBELLATO, quarta superiore scientifico, scienze applicate
Durante le giornate in quarantena per la Covid-19 ho assunto abitudini monotone e noiose, la giornata si componeva di svegliarsi, fare lezione, mangiare, studiare, dormire e ripetere. Anche le riunioni meet istituite per vederci durante la ricreazione, alla lunga assumeva un aspetto sterile e ripetitivo. Dal primo Febbraio, quando siamo tornati a scuola, invece, è stato da subito differente, questo perché siamo riusciti a vederci in faccia gli uni con gli altri, e anche riprendere quel clima di amicizia anche un po’ goliardica che caratterizza noi adolescenti. Non appena ho varcato la porta della classe ci siamo messi a ridere e a farci gli scherzi ed è tornato il clima allegro di prima della quarantena.
Martina Silvia BATTAGLIA, quarta superiore linguistico
Il primo febbraio scorso siamo finalmente tornati tra i banchi di scuola. Le emozioni che ho provato quel lunedì mattina sono state tante e contrastanti: da una parte non volevo abbandonare il calore della mia camera, mentre dall’altra non vedevo l’ora di rimettere piede al Cavanis per rivendere i miei compagni e anche i docenti. Ho trovato questo periodo di didattica a distanza molto più difficile rispetto a quello vissuto a marzo, la didattica a distanza sembrava non terminare mai e faticavo sempre di più a trovare il lato positivo di questa situazione. Per fortuna la vicinanza di amici e professori mi ha aiutata molto e mi ha fatta sentire meno sola. Spero con tutta me stessa di poter continuare a camminare per i corridoi del cavanis, in quanto nella mia concezione di “scuola” lo stare di fronte ad un computer nella propria casa non potrà mai sostituire la lezione in presenza e la ricreazione passata con gli amici.
Matilde BROMBAL, quarta superiore linguistico
La prima volta che abbiamo capito che saremmo dovuti rimanere a casa da scuola è stato circa un anno fa. Da quel momento in poi il nostro mondo è cambiato. Più recentemente, il primo febbraio, alcuni di noi studenti sono tornati nelle classi dopo il secondo lockdown. La didattica a distanza ha messo in luce l’importanza di avere un rapporto diretto e umano con i compagni e i professori, e le difficoltà che si possono presentare in una situazione come quella vissuta. Nella scuola in presenza, infatti, ci si può esprimere più liberamente, i professori riescono a percepire le difficoltà e le insicurezze degli studenti, e tra amici ci si può confrontare e avere dei momenti di svago, in modo da creare una nuova quotidianità. Ciò che mi auguro per il futuro della nostra scuola è di poter continuare a frequentare le lezioni in presenza, così da poter proseguire al meglio il percorso di istruzione e crescita personale che il Cavanis ha sempre messo in atto.