16 marzo: Dies natalis di Padre Basilio Martinelli

In tutte le ore del giorno P. Basilio era – come si dice – in piedi, unito al suo Dio in intensa, intima, amorosa preghiera.

Affresco - ritratto di Dio Padre Basilio Martinelli con i bambini e la comunità.
Affresco - ritratto di Dio Padre Basilio Martinelli con i bambini e la comunità.

Oggi, nel Dies natalis di P. Basilio Martinelli vi proponiamo la bella omelia di Mons. Antonio Mistroriggo, nell’occasione della apertura ufficiale, a Possagno, del Processo per la causa di Beatificazione del grande educatore e religioso Cavanis. 

Riportiamo qui le sue parole: 

Basilio nacque a Calceranica, in provincia di Trento, il 27 dicembre 1872, da una di quelle famiglie, la cui unica ricchezza erano il timore di Dio, l’amore degli sposi, il lavoro e il sacrificio. La povertà era la condizione normale di vita, ma essa era accettata con serenità ed aiutava a crescere forti nel corpo e austeri nello spirito. E questa fu la prima educazione che il fanciullo Basilio ricevette in casa dai genitori. 

Frequentò fino a 14 anni le scuole del suo paese. Nel 1888 lo zio sacerdote Don Daniele Martinelli, lo aiutò a entrare nell’Istituto dei Padri Cavanis di Venezia. Qui egli intraprese i suoi studi, faticando da principio per superare la ruggine dei due anni trascorsi senza la scuola. Con la sua ferrea volontà vinse ogni ostacolo e ben presto si fece amare e stimare dai superiori, dimostrandosi sempre docile e pio. 

Superate regolarmente le tappe della vita religiosa e dei corsi di teologia, fu ordinato dall’allora Patriarca Giuseppe Sarto, il futuro S. Pio X. Laureatosi presso l’Università di Padova nel 1902, insegnò per più di 50 anni latino e greco con lodevole metodo, straordinaria pazienza e grande amore ai giovani. 

La sua vita si andò affinando progressivamente nei vari posti del ministero cui fu chiamato dall’obbedienza: a Venezia, a Porcari, ma soprattutto qui a Possagno, dove trascorse complessivamente 45 anni della sua vita, distinguendosi in modo specialissimo su cinque fronti fondamentali: quello di educatore, di religioso, di confessore, di uomo di sacrificio, di uomo di preghiera. 

EDUCATORE

In lui dapprima appare la figura di EDUCATORE. La Regola, che caratterizza l’attività apostolica dei Padri Cavanis, diche che essi devono donarsi completamente all’educazione cristiana e all’istruzione dei giovani. 

P. Basilio vi si preparò con studi ordinati; esercitò la missione di insegnante con assiduità esemplare. “Il buon maestro – egli diceva – è ben preparato, da buon esempio… è in scuola per educare, più che per istruire… lascia negli animi giovanili un’impronta indelebile, abituandoli al dovere”. 

Il suo insegnamento come dicevo, era caratterizzato dalla metodicità e dall’ordine e ogni lezione era preparata con diligenza, quasi con scrupolo: si sentiva che egli ci metteva tutta l’anima per poter assimilare e trasmettere la vera cultura.

Buono con tutti, non tollerava però i pigri e gli svogliati: dalla scuola i giovani dovevano apprendere non solo la cultura ma il senso morale del lavoro. Come i Fondatori del suo Istituto egli esercitava più l’ufficio di padre che di maestro, fedele in questo a quanto dice il titolo stesso dell’Opera: Congregazione delle Scuole di Carità. E la carità voleva dire, nell’Educazione, perdere se stesso, morire come il chicco di frumento che cade per terra per rinascere moltiplicato nelle coscienze degli altri. 

IL RELIGIOSO

La Regola lo guidava in tutti gli atti della sua vita religiosa, come affermano concordi le testimonianza di chi è vissuto insieme a lui. Nella Regola egli vedeva la volontà di Dio. Nel silenzio e nel nascondimento egli era il servo saggio e fedele che teneva viva la lampada della fedeltà alla Regola perché il Padrone, il Signore, lo trovasse pronto ad ogni momento. 

IL CONFESSORE

Accanto all’attività di educatore e alla fedeltà di religioso va collocato l’apostolato veramente soprannaturale che egli ha esercitato nel confessionale. Lì, nel confessionale compì un bene immenso. Egli diceva davvero che “quella confessione è un’opera di grande fede e di immensa carità… Il buon confessore prega sempre il Signore che gli metta sulle labbra le parole adatte per cancellare i peccati e per restituire alla grazia e alla pienezza di vita i penitenti”. In 65 anni di sacerdozio egli ha prodotto un bene che nessuno potrà mai dimenticare, soprattutto nel segreto del confessionale, dove il Signore notava i suoi sacrifici, le sue parole, le pulsazioni del suo cuore sempre grande e sempre misericordioso. 

L’UOMO VOTATO AL SACRIFICIO

Per rendersi sempre più degno del ministero che il Signore gli affidava, egli apparve in tutti i momenti della sua vita, scuola, e confessionale, come L’UOMO VOTATO AL SACRIFICIO. Un sacrificio sopportato nel silenzio e nella gioia, nella fede e nell’amore sincero. “Voglio farmi vittima dei peccati… Se voglio convertire devo spezza me stesso”. Espressione sublime che indica il livello della sua santità. 

UOMO DI INTENSA PREGHIERA

E per tenersi a questa altezza fu sempre più UOMO DI INTENSA PREGHIERA. Da qui riceveva la forza non solo di poter camminare lui, ma di elevare le anime. Egli pregava: era la lampada lucente e ardente. La preghiera era il suo respiro, la sua vita soprattutto la preghiera eucaristica, la preghiera liturgica, la santa messa, il breviario, l’adorazione eucaristica. 

In tutte le ore del giorno P. Basilio era – come si dice – in piedi, unito al suo Dio in intensa, intima, amorosa preghiera. 

Ha lasciato un diario in cui, leggendolo, si resta colpiti per l’altezza delle sue espressioni, che sono la manifestazione, la Epifania della sua santità: un’anima che voleva essere vittima tutta consumata nell’amore del Signore. 

Dinanzi a questa figura noi non abbiamo che da inchinarci in venerazione, edificarci da così alti esempi. Non poteva essere dimenticato un uomo simile, un religioso talmente convinto e convincente. 

Siamo qui per questo, uniti nella preghiera allo Spirito Santo, perché, se il Signore vuole, questo umo sia glorificato e diventi modello di noi sacerdoti, per vivere come lui l’amore al Signore e alle anime. E diventi anche l’esempio di voi, o giovani, che dai Padri Cavanis imparate non soltanto nozioni e cultura, ma imparate a crescere nell’uomo perfetto, quello che si riconosce soltanto quando procede nella fede, nella grazia e nell’amore del Signore. La Madonna Santissima, da lui venerata, ci ottenga questa grazia; fin d’ora la preghiamo nella fiducia di ritrovarci presto un altro giorno per ringraziare il Signore di avere nell’albo della Chiesa un novello santo”. 

Omelia di Mons. Antonio Mistroriggo

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