In tutti gli incontri con sacerdoti e seminaristi, nei giorni del loro Giubileo, Papa Leone ha dato le coordinate per un rifiorire di vocazioni sacerdotali e religiose autentiche e umili.
- Chi è chiamato alla vita sacerdotale o religiosa (1) deve imparare a mettersi in gioco con se stesso, senza temere crisi e ferite nascondendosi dietro a maschere o doppiezze. No alle doppiezze. Chi si prepara a diventare sacerdote o religioso (2) non può indossare maschere o vivere nell’ipocrisia, (3)è chiamato a guardare in faccia le proprie ferite e i propri limiti. Giovani abbiate fiducia nei vostri formatori, senza ritrosie o doppiezze. (4) Al centro della formazione va posta la maturazione umana, respingendo ogni mascheramento e ipocrisia.
- Giovani non pensatevi soli, e nemmeno pensatevi da soli. (5) Ognuno è il protagonista della propria formazione ed è chiamato a un cammino di costante crescita nell’ambito umano, spirituale, intellettuale e pastorale; protagonisti non significa solisti!
- Vi invito a curare il “motore” di tutto, il cuore. (6) Scendere nel cuore a volte può farci paura, perché in esso ci sono anche delle ferite. Non abbiate paura di prendervene cura, lasciatevi aiutare, perché proprio da quelle ferite nascerà la capacità di stare accanto a quanti soffrono. Se imparerete a conoscere il vostro cuore, sarete sempre più autentici e non avrete bisogno di mettervi delle maschere.
- Formatori: (7) Siate buoni compagni di strada dei seminaristi che vi sono affidati: offrite loro l’umile testimonianza della vostra vita e della vostra fede; accompagnateli con affetto sincero.
- Di fronte alla complessità, della vita sacerdotale, ma anche del mondo attuale, (8) coltivate il discernimento: Quando siamo giovani, ci portiamo dentro tanti desideri, tanti sogni e ambizioni. Il cuore spesso è affollato e capita di sentirsi confusi. (9) Cercate umilmente aiuti adeguati per ritrovare serenità e chiarezza.
Due pensieri legati alla mia esperienza di formatore in passato e anche di recente:
Ripensando ai miei anni come formatore e a quanto ha detto papa Leone a riguardo della “doppiezza”, ricordo l’aneddoto del “leone e la gazzella”. “Ogni mattina, come sorge il sole, il formatore si sveglia con l’idea di fregare il seminarista che ritiene non abbia “retta intenzione” e ogni mattina il seminarista si sveglia con l’idea di fregare il formatore”. “Ogni mattina, come sorge il sole, non importa che tu sia formatore o seminarista, l’importante è riuscire a non farti fregare”.
Consacrati o laici, se pensiamo di conoscere o di essere proprietari o possessori del Carisma, dono dello Spirito Santo, siamo ridicoli o in mala fede. Lo Spirito “soffia dove vuole”, non si lascia ingabbiare da sofismi, dimostrazioni, ragionamenti o presunte certezze di conoscerlo o di praticarlo. I Carismi, doni dello Spirito Santo, vanno accolti e vissuti in umiltà, con “timore e tremore”. Quando uno dice “io conosco il carisma” oppure “eccolo qui il carisma o eccolo là” non crediamoci. I Carismi, doni dello Spirito Santo si ricevono e si sviluppano in un rapporto di fede e di fiducia reciproca tra chi dona, lo Spirito Santo, e chi riceve, non coincidono mai con la presunzione di una conoscenza teorica o una attività.