“A servizio dei giovani” e “in aiuto all’azione educativa della famiglia”

“La Congregazione delle Scuole di Carità, di fronte alle carenze e alle difficoltà dell’educazione e ai pericoli che la gioventù incontra nella sua crescita..."

Due “questioni prevalenti” sulle quali sarebbe bene che il Capitolo riflettesse e affrontasse con umiltà e coraggio: “La Congregazione delle Scuole di Carità, di fronte alle carenze e alle difficoltà dell’educazione e ai pericoli che la gioventù incontra nella sua crescita, “è stata istituita principalmente per esercitare verso i giovani  i doveri non tanto di maestro quanto di padre”, in aiuto all’azione educativa della famiglia, con la scuola o altre iniziative compatibili con il progetto dei Fondatori” (Cost. 2)

Papa Francesco nel nono Incontro mondiale delle Famiglie invitava le famiglie ad essere “una testimonianza profetica del ricco patrimonio di valori etici e spirituali, che è compito di ogni generazione custodire e proteggere”, soprattutto di fronte alle costanti minacce che esse subiscono ad ogni livello con il dissesto del matrimonio e della vita quotidiana: 

La famiglia è il collante della società; il suo bene non può essere dato per scontato, ma va promosso e tutelato con ogni mezzo appropriato… Lì abbiamo imparato a convivere in armonia, a controllare i nostri istinti egoistici, a riconciliare le diversità e soprattutto a discernere e ricercare quei valori che danno autentico significato e pienezza alla vita”.

I capitolari si pongano concretamente la questione a riguardo della qualità e della concretezza di aiuto che le nostre comunità religiose e i singoli consacrati, (non le strutture materiali in se stesse) come “Chiesa in uscita e in un mondo che cambia”, danno alle famiglie e quali “iniziative compatibili con il progetto dei Fondatori” sono urgenti, “in aiuto all’azione educativa della famiglia, nelle varie realtà dei Paesi dove la Congregazione si è diffusa.

Parole appassionate e sofferte quelle di Papa Francesco a riguardo dei gravi scandali degli abusi sessuali sui minori da parte di membri della Chiesa che hanno rovinato la vita a tanti ragazzi e afflitto tante famiglie: 

Il fallimento delle autorità ecclesiastiche – vescovi, superiori religiosi, sacerdoti e altri – nell’affrontare adeguatamente questi crimini ripugnanti, ha giustamente suscitato indignazione e rimane causa di sofferenza e di vergogna per la comunità cattolica.

Io stesso condivido questi sentimenti. Il mio predecessore, Papa Benedetto, non risparmiò parole per riconoscere la gravità della situazione e domandare che fossero prese misure «veramente evangeliche, giuste ed efficaci» in risposta a questo tradimento di fiducia.

Il suo intervento franco e deciso continua a servire da incentivo agli sforzi delle autorità ecclesiali per rimediare agli errori passati e adottare norme stringenti volte ad assicurare che non accadano di nuovo…

È mio auspicio che la gravità degli scandali degli abusi, che hanno fatto emergere le mancanze di tanti, serva a sottolineare l’importanza della protezione di minori e adulti vulnerabili da parte dell’intera società. In questo senso, siamo tutti consapevoli dell’urgente necessità di offrire ai giovani un saggio accompagnamento e valori sani per il loro cammino di crescita.

La Verità ci fa liberi. Il Capitolo dovrà avere il coraggio e la sincerità di eliminare in Congregazione ogni sospetto e di smascherare e denunciare persone, comportamenti, situazioni e coperture date a individui di dubbio equilibrio affettivo, con la stessa fermezza di papa Francesco, riconoscendo errori e superficialità nelle presentazioni e ammissioni di candidati alla Professione perpetua e al Sacerdozio che hanno fatto male alla Chiesa e alla Congregazione.

P. Diego Spadotto, CSCh

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