Gli insegnamenti e gli esempi di vita di Papa Francesco sono sempre carichi di fiducia e di futuro, specialmente per il giovani: “Giovani non rinunciate al meglio della vostra giovinezza, non osservate la vita dal balcone, Non confondete la felicità con un divano e non passate tutta la vostra vita davanti a uno schermo. Non riducetevi nemmeno al triste spettacolo di un veicolo abbandonato. Non siate auto parcheggiate. Rischiate, anche se sbaglierete. Non sopravvivete con l’anima anestetizzata e non guardate il mondo come se foste turisti. Fatevi sentire. Scacciate le paure che vi paralizzano, per non diventare giovani mummificati. Vivete! Non andate in pensione prima del tempo”.
La vera libertà aiuta tutti a riscoprire i confini, i limiti, della potenza umana: solo Dio è onnipotente e gli uomini non sono Dio, anche se talvolta si illudono di esserlo e quasi lo sfidano. Dio, e solo lui, sa ricavare il bene anche dal male. Quanto agli uomini, nonostante le loro illusioni, dal male che compiono, se pur ammantato di false intenzioni di bene, deriva solo male. Ed è questo il castigo che essi infliggono a se stessi e agli altri! Non facciamo progetti e programmi, senza tener conto di Dio e della sua volontà. Nel Vangelo, Gesù chiama questo comportamento “stoltezza” e gli uomini che agiscono così “stolti”.
Gli insegnamenti e l’esempio di vita di Papa Francesco sono un incoraggiamento per tutti i genitori e gli educatori e per quanti si dedicano con passione alla formazione dei giovani e non si limitano a giudicarli: “Dobbiamo perseverare nella strada dei sogni. Per questo bisogna stare attenti a una tentazione che spesso ci fa brutti scherzi: l’ansia. Può diventare una grande nemica quando ci porta ad arrenderci. Non bisogna avere paura di rischiare, piuttosto bisogna avere paura di vivere paralizzati, come morti viventi, ridotti a soggetti che non vogliono vivere per paura di rischiare, perché hanno paura di sbagliare… Contro i sogni che ispirano le decisioni, sempre c’è la minaccia del lamento, la dea lamentela. Quando tutto sembra fermo e stagnate, quando i problemi personali ci inquietano, i disagi sociali non trovano le dovute risposte, non è bene darsi per vinti…Prendete il largo, uscite da voi stessi e dalle vostre frustrazioni”. I bambini e giovani chiedono a noi Cavanis di avere fiducia in loro e di entrare in relazione salvifica con loro, nonostante tutto quello che viviamo con pena e preoccupazione. I bambini e i giovani guardano al futuro, hanno bisogno che li sosteniamo nella fede e di sentirsi dire da noi che: “Dio non turba mai la gioia dei suoi figli se non per prepararne loro una più certa e più grande”.
La corresponsabilità, l’alleanza tra famiglie e istituzioni, un patto educativo globale sono necessari e in molte situazioni urgenti. Il prendere consapevolezza e iniziare un cammino di solidarietà rappresentano le tappe di un cammino alla riscoperta che “la mia esistenza e quella degli altri dipendono anche da me, non sono io il padrone della vita. Le prove e gli ostacoli, se ben affrontati aiutano tutti a purificarsi dall’indifferenza e dai tentativi di eliminare i limiti e a controllare il desiderio di “dominare” il futuro attraverso il progresso scientifico-tecnologico. Aiutano a superare la superficialità e l’egoismo che fa mettere il proprio “io” al centro di tutto, dimenticando che tutto è dono”. La tua vita è anche la mia vita, ciascuno con le proprie forze collabora alla costruzione del bene comune. In ognuno di noi c’è l’orma dell’altro da me; in ogni vita entrano, in vari modi, tutte le esistenze. Stiamo imparandoche non si può vivere trasformando tutto in “beni economici” e poi, nei momenti di difficoltà, accorgerci che il re del potere economico è nudo. Bisogna riscoprire l’identità carismatica Cavanis, le relazioni alimentate da Carità, bellezza, sapienza, vita donata nella gratuità, gratitudine alla Provvidenza per soffocare la paura, per servire con abnegazione chi è fragile e malato, i più piccoli e i poveri. Cogliamo anche l’opportunità per dedicarci a qualcosa che di solito fuggiamo come un nemico: l’interiorità.
P. Diego Spadotto CSCh