Finalmente: tutti in cortile!

Come hanno imparato, insegnato e educato P. Antonio e P. Marco Cavanis.

Formazione.
Formazione.

La costante presenza dei Padri, dei maestri o di altri educatori e animatori è senza doppio ciò che più ha colpito i ragazzi che frequentavano l’oratorio, la scuola o i cortili dei Cavanis. I Ragazzi non dovevano essere mai persi di vista, anzi dovevano sentirsi protetti e difesi da questa amorosa vigilanza. 

La confusione, l’anarchia, la disorganizzazione non piacciono ai ragazzi, come l’abbandono o l’essere soli non può piacere ai bambini. L’organizzazione delle attività, “l’essere visti” aiuta i ragazzi ad essere attivi e a sentirsi valorizzati. Di P. Antonio i suoi ragazzi dicevano: “era sempre in mezzo a noi e con noi pregava, con noi era sempre in cortile e vegliava attentissimo perché ci fosse disciplina e buona organizzazione dei giochi”. Con i ragazzi bisogna saper unire: “l’utile al dilettevole”, per cui i ragazzi hanno bisogno di spazio, di gioco, di festa, di gioia. Dicevano: “il gioco, è, in verità, uno specchio dell’uomo”

P. Marco e P. Antonio sapendo tutto questo mai lasciavano di partecipare alla ricreazione, ai passatempi o ai giochi dei ragazzi. Sempre con “amorosa vigilanza”, per conoscerli meglio e meglio poterli aiutare. P. Antonio e P. Marco davano tanto valore al gioco e alle ricreazioni che demolirono parte del palazzo delle scuole per avere uno spazio dove far giocare i ragazzi. Per capire questa coraggiosa decisione bisognerebbe conoscere e capire cosa sia la città di Venezia, dove ogni metro quadrato ha un valore enorme come spazio. I due cortili che riuscirono ad avere “erano sempre riboccanti di ragazzi e di giovani…i padri tenevano nota di quelli che mancavano ed erano sempre presenti”.

Quanto hanno sofferto i Cavanis per portare avanti il loro progetto educativo! Viaggi Finalmente: tutti in cortile! estenuanti, umiliazioni e rifiuti, promesse di aiuto non mantenute, debiti e divieti di fare il bene in libertà. Ma non si sono dati per vinti. E i ragazzi vedendo tante sofferenze e le battaglie dei loro padri sono stati edificati ed hanno imparato a vivere! Racconta P.Giovanni Paoli testimone oculare questo fatto: “Il P. Marco era più che mai afflitto a causa di un grosso debito e il creditore voleva a tutti i costi essere pagato con urgenza. P. Marco cercava aiuti in tutta Venezia ma non ne trovava. Finalmente stanco dalla fatica e mille di sudore, ritornò in casa verso sera senza perfino la speranza di essere da qualcuno consolato. Lo vide il fratello Antonio che era in cortile con i ragazzi e gli chiese come erano andate le cose. Al che il P. Marco rispose desolato di non avere più speranza. Dopo avergli fatto la lista di persone alle quali il P. Marco inutilmente era andato a visitare, P. Antonio soggiunse: – tu hai fatto la tua parte, stai allegro, il Signore benedirà. Ora il Signore vuole essere da te servito con questo tuo rimanere ora qui con i ragazzi. Stai qua con loro e tutto andrà bene. P. Marco si tranquillizzò e rimase in cortile con i ragazzi poi andò con loro in oratorio per le preghiere. Poco dopo finite le preghiere il P. Marco si sente chiamare da una persona sconosciuta che gli consegna la quantità esatta del denaro di cui aveva bisogno per saldare il debito. Pieno di gioia va dal fratello che continuava, intanto, a stare in mezzo ai ragazzi e gli racconta l’accaduto. Allora P. Antonio gli risponde: hai visto come il Signore è buono e come premia a tempo giusto la sollecitudine che abbiamo per i ragazzi”. Le “assenze” di P. Marco dalla scuola di Venezia perché sempre alla ricerca di aiuti, erano compensate dalla presenza di P. Antonio: “la sua presenza, , il suo sguardo, l’abituale paterno sorriso, le parole affettuose, i suoi scherzi…ci tenevano sempre allegri. Per questo anche nei giorni festivi, oltre che il partecipare alla mattina e al pomeriggio, alle pratiche di pietà non certo brevi…accorrevamo a sera fatta in buon numero volonterosi alla conferenza spirituale”.

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