Il Papa istituisce la Domenica della Parola di Dio

Il documento è stato pubblicato il, 30 settembre, nella memoria liturgica di San Girolamo.

Formazione
Formazione

Con la Lettera apostolica in forma di Motu proprio “Aperuit illis”, il Papa stabilisce che “la III Domenica del Tempo ordinario sia dedicata alla celebrazione, riflessione e divulgazione della Parola di Dio”. 

Il documento è stato pubblicato il, 30 settembre, nella memoria liturgica di San Girolamo, all’inizio del 1600° anniversario della morte del celebre traduttore della Bibbia in latino che affermava: “L’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo”. Francesco spiega che questa iniziativa, già pensata a conclusione del Giubileo straordinario della misericordia con la Lettera Apostolica, “Misericordia et Misera”. 

La Lettera inizia con il passo del Vangelo di Luca (Lc 24,45) in cui Gesù risorto appare ai discepoli mentre sono radunati insieme: “Allora aprì loro (aperuit illis) la mente all’intelligenza delle Scritture”. “A quegli uomini impauriti e delusi rivela il senso del mistero pasquale: che cioè, secondo il progetto eterno del Padre, Gesù doveva patire e risuscitare dai morti per offrire la conversione e il perdono dei peccati; e promette lo Spirito Santo che darà loro la forza di essere testimoni di questo Mistero di salvezza”.

La Domenica della Parola di Dio si colloca in un periodo dell’anno che invita a rafforzare i legami con gli ebrei e a pregare per l’unità dei cristiani: “Non si tratta di una mera coincidenza: celebrare la Domenica della Parola di Dio esprime una valenza ecumenica, perché la Sacra Scrittura indica a quanti si pongono in ascolto il cammino da perseguire per giungere a un’unità autentica e solida”. 

Francesco esorta a vivere questa domenica “come un giorno solenne. Sarà importante (…) che nella celebrazione eucaristica si possa intronizzare il testo sacro, così da rendere evidente all’assemblea il valore normativo che la Parola di Dio possiede (…) I Vescovi potranno in questa Domenica celebrare il rito del Lettorato o affidare un ministero simile, per richiamare l’importanza della proclamazione della Parola di Dio nella liturgia. È fondamentale, infatti, che non venga meno ogni sforzo perché si preparino alcuni fedeli ad essere veri annunciatori della Parola con una preparazione adeguata (…) i parroci potranno trovare le forme per la consegna della Bibbia, o di un suo libro, a tutta l’assemblea in modo da far emergere l’importanza di continuare nella vita quotidiana la lettura, l’approfondimento e la preghiera con la Sacra Scrittura, con un particolare riferimento alla lectio divina”.

La Bibbia è il libro del popolo del Signore che nell’ascolto passa dalla dispersione e dalla divisione all’unità. Quando ci si ferma a meditare e pregare sul testo sacro, allora si è capaci di parlare con il cuore per raggiungere il cuore delle persone che ascoltano.

Il Papa ha scelto di celebrare questa domenica, quando le letture che vengono proclamate e il Vangelo presentano la figura di Gesù come l’annunciatore del Regno di Dio con tre immagini bibliche.

La prima è quella di Emmaus che serve al Papa per far comprendere quanto attraverso la Parola del Signore, Lui si accompagna alla vita di ogni credente, alla vita della Chiesa e in questo modo fa ardere il cuore di ognuno di noi quando questa Parola viene proclamata perché parla di Lui.

La seconda immagine, è il ritorno del popolo ebraico dopo l’esilio e la riscoperta dei libri della legge, quindi la proclamazione che viene fatta: è il libro di Neemia che ricorda questo momento storico del popolo ebraico.

Il Papa prende questa immagine per indicare che la Parola di Dio crea un popolo e la Parola di Dio fa sentire quel popolo radunato non solo per ascoltare la Parola ma anche per viverla e quella parola proclamata vissuta dà gioia. La terza immagine è quella del profeta Ezechiele ripresa dal libro dell’Apocalisse dove il Papa spiega che la Parola di Dio è dolce ma nello stesso tempo è amara perché a volte non viene accolta, non viene vissuta o viene anche rifiutata. Questo credo che sia anche una provocazione pastorale.

Sappiamo come avviene nelle nostre chiese, va a leggere la prima persona che troviamo disponibile. Questo però non è il valore che deve essere dato alla Parola di Dio. La Parola di Dio deve trovare persone, donne, uomini che siano capaci di una proclamazione autentica e nella proclamazione capaci anche di intelligenza del testo sacro.

P. Diego Spadotto, CSCh

Cerca