Ad una illusoria euforia per il presunto scampato pericolo, è subentrato lo sconcerto, siamo di nuovo in piena pandemia: chiusure, limitazioni, Paese “a colori” … contagi in crescita, tanti morti, tanti posti di lavoro persi e famiglie in crisi economica e non solo! Richieste di aiuto e accuse, alle istituzioni ad ogni livello, e riflessioni sempre più amare sui rischi della tenuta sociale.
In tanto sconforto l’unica voce, capace di infondere speranza, è venuta dalla Chiesa. Ma non da una Chiesa astratta bensì da una CHIESA VICINA, PARTECIPE, SOLIDALE, che si è espressa nella concretezza delle PARROCCHIE.
Come è stata la nostra, dedicata ai Santi Martiri Marcellino e Pietro ad duas Lauros in Roma, affidata alla cura dei Padri Cavanis ed al loro Carisma, alla luce dello “SPIRITO DELLA CARITÀ DEL PADRE”, come recita l’incipit dell’Inno dedicato ai Ven.li PP. Fondatori.
Le attività parrocchiali sono state una risposta costante al manifestarsi dei bisogni. Il Centro di Ascolto, in particolar modo, che ha raccolto e coordinato gli aiuti economici, alimentari ed altro, destinandoli ad un numero crescente di fratelli in difficoltà.
E la risposta, da parte di un popolo non certo ricco ma generoso, ha alleviato tante famiglie, senza distinzione di religione, etnie o altro, in un vero spirito di fratellanza sulla scia dell’Enciclica “Fratelli tutti” del nostro Santo Padre.
Ognuno di noi, come gocce, consapevoli che tante gocce fanno il mare, si è sentito parte di questo mare di solidarietà e condivisione, che rende tutti più forti.
Può, una tragedia come quella che stiamo vivendo, tracciare qualche segno positivo? Secondo me SI.
In primo luogo la consapevolezza che solo l’aiuto di Dio può liberare e solo il nostro affidarci a Lui ci rende capaci di portare con pazienza il peso di tanta sofferenza. Rispetto allo scorso anno, Natale e Pasqua li abbiamo vissuti meglio.
Con l’autocertificazione in tasca abbiamo potuto godere delle Messe, dell’Adorazione eucaristica e dei Riti pasquali, in forma ridotta ma con la gioia di essere INSIEME. Ci eravamo abituati alle dirette sui social-media, e sono state un grande aiuto, ma in presenza È UN’ALTRA COSA. PREGARE INSIEME È COME UNIRE IL RESPIRO PER FARLO SALIRE FINO A DIO.
Anche se tornare a casa, al buio, con strade deserte e buie per l’assenza delle insegne dei negozi e con l’unico punto luce quello della croce verde della farmacia, non era certo rassicurante.
Ci accompagnava però la consolazione della Santa Messa, la parola confortante dei nostri sacerdoti, l’esempio, che non ci hanno mai fatto mancare, il richiamo alla necessità di rispettare le regole di attenzione e prudenza.
E Padre Ciro, il Parroco! Unisce Fantasia Napoletana a Concretezza Lombarda, mano ferma in Guanto di Velluto, e … la macchina va.
Commuove ancora vedere i Celebranti con la mascherina, che però non nasconde la luce dei loro occhi, sanificare le mani prima di avviarsi tra i banchi a portare la Vita, come pellegrini, ai fedeli in attesa.
Una lezione quotidiana da non dimenticare.
Rendiamo grazie al Signore, per il dono dei Sacerdoti e preghiamolo di conservarli sani, forti e consolati dai buoni frutti del loro impegno e della loro vita, donata per il bene di tanti fratelli.
Adriana Còntini, Roma