LA “SPERANZA DI FRUTTO”
Una virtù necessaria nel tempo presente
A duecento anni della prima Scuola Cavanis a Venezia, e a sessant’anni dalla dichiarazione conciliare Gravissimum educationis, la questione educativa continua a essere molto grave. Nel caos delle contraddizioni in cui vivono i giovani, arriva la Lettera apostolica Disegnare nuove mappe di speranza di papa Leone XIV.
La speranza di frutto come antidoto alla mediocrità
La speranza di frutto è la virtù baluardo alla mediocrità e alla mancanza di desideri che demotivano educatori e ragazzi; essa aiuta ad affrontare i paradossi della complessità della realtà e a navigare più sicuri per fare della vita un’opera d’arte. La speranza di frutto porta alla saggezza dinamica, sana, equilibrata, matura, per “vagliare ogni cosa e tenere ciò che è buono” (1 Tes 5, 21).
Crisi e rinascita educativa
Le crisi familiari e economiche, le guerre e il cinismo sociale, possono spegnere la speranza di frutto. La scuola è il luogo privilegiato in cui far crescere e maturare nei ragazzi e negli educatori la speranza dinamica, attiva e creativa che non delude nei frutti. La speranza di frutto è la “porta santa”, che conduce l’educatore ad affacciarsi alle menti e ai cuori dei ragazzi, per promuovere dignità e fiducia in un mondo di conflitti.
LA FORMAZIONE INTEGRALE E LA FAMIGLIA
Oltre gli algoritmi e le gerarchie
È urgente ribadire la necessità della formazione integrale della persona, che non può essere ridotta a un algoritmo, e della famiglia come primo luogo educativo, incoraggiando il lavoro di rete: “Meno cattedre e più tavole dove sedersi insieme, senza gerarchie inutili”.
L’invito di papa Leone XIV
Così papa Leone XIV nella sua Lettera apostolica Disegnare nuove mappe di speranza, dove sottolinea che in un ambiente educativo complesso, frammentato, digitalizzato come quello attuale, la speranza di frutto “non ha perso mordente”, anzi mostra “una tenuta sorprendente”.
Il carisma educativo Cavanis
Il carisma educativo Cavanis non è una formula rigida ma ha uno spiccato dinamismo ed è una risposta “originale” ai bisogni di ogni epoca. L’educazione cristiana è opera corale: “nessuno educa da solo”. Nella comunità educante il docente, lo studente, la famiglia, il personale amministrativo e di servizio, i pastori e la società civile convergono per generare vita.
EDUCARE ALLA SPERANZA DI FRUTTO
Sapere con sapore
La speranza di frutto nel mondo della scuola fa rinnovare l’impegno per un sapere con sapore, responsabile e profondamente umano. La vivacità educativa che nasce dall’amore per i giovani alimenta la speranza di frutto.
La persona al centro
Una persona non si riduce a un algoritmo, non è un profilo di competenze, ma un volto, una storia, una vocazione. Si misura sulla dignità, sulla giustizia, sulla capacità di servire il bene comune, sull’impegno a ricostruire la fiducia in un mondo di conflitti, a non costruire muri, educare alla mondialità e alla concordia tra persone e popoli.
LA SCUOLA CAVANIS: AMBIENTE DI FEDE, CULTURA E VITA
Una comunità viva
La scuola Cavanis “è un ambiente in cui fede, cultura e vita si intrecciano. Non è semplicemente un’istituzione, ma un ambiente vivo in cui la visione cristiana permea ogni disciplina e ogni interazione. Gli educatori sono chiamati a una responsabilità che va oltre il contratto di lavoro: la loro testimonianza vale quanto la loro lezione.
La formazione degli educatori
Per questo, la formazione degli insegnanti, scientifica, pedagogica, culturale e spirituale, è decisiva. L’“alleanza educativa” con la famiglia non può essere sostituita da altre agenzie educative: si tratta di collaborare e di essere consapevoli che la priorità educativa si attiene a questo nucleo. Sono necessari ascolto, intenzionalità, corresponsabilità. È fatica e benedizione: quando funziona, suscita fiducia; quando manca, tutto si fa più fragile.
UNA FORMAZIONE INTERCONNESSA E INTEGRALE
Collaborare per crescere
Se il mondo è interconnesso anche la formazione deve esserlo, promuovendo la partecipazione a ogni livello e abbandonando rivalità retaggio del passato, unendo ogni sforzo per una sana e fruttuosa convergenza. Il futuro impone di imparare a collaborare di più, a crescere insieme.
L’obiettivo della formazione integrale
L’obiettivo da cui non bisogna scostarsi è quello della formazione integrale della persona, in cui la fede viene considerata non “materia aggiunta”, ma “respiro che ossigena ogni altra materia”.
EDUCAZIONE ALLA PACE E ALL’UMANESIMO INTEGRALE
Il lievito dell’umanesimo cristiano
Solo così, l’educazione diventa “lievito” per un umanesimo integrale che abiti le domande del nostro tempo segnato da guerre. Essa chiede un’educazione alla pace che è “forza mite” che rifiuta la violenza, pace “disarmata e disarmante”, che insegna a deporre le armi della parola aggressiva e dello sguardo che giudica, per imparare il linguaggio della misericordia e della giustizia riconciliata.
Padre Diego Spadotto, CSCh