La vita consacrata Cavanis sarà “otre nuovo” a partire dal Capitolo 2019?

Ogni capitolare è capitolare della Congregazione non rappresenta una “casa” o una “parte territoriale”...

“Sorse una discussione, chi tra di loro poteva essere considerato il più grande. Egli disse: I re delle nazioni le governano e coloro che hanno il potere su di esse si fanno chiamare benefattori. Per voi, però, non sia così…” (Lc 22, 24-25).

La prospettiva che Gesù presenta per i suoi discepoli cambia il loro modo di pensare. Nel Capitolo ci saranno tante discussioni in aula e nei “corridoi” a riguardo della modalità di scelta delle persone per il governo della Congregazione. I capitolari ricordino allora le parole di Gesù. 

Non sarà in discussione la vita consacrata Cavanis in quanto tale, ma le modalità nelle quali si è organizzata. Con il tempo le “modalità” sono  diventate più importanti della stessa vita consacrata. In particolare, per quanto riguarda il governo essa si è lasciata contaminare dalla mentalità e prassi del “mondo”, con “campagne elettorali, partiti, potere, superiori, ruoli, benefattori e favori, case, ecc”, “per voi però non sia così”.

Nella nostra piccola congregazione ci conosciamo tutti nel bene e nel male.  È un dato di fatto e i capitolari non devono dimenticarlo, per non lasciasi condizionare da risentimenti, rivalità, pregiudizi, sospetti, ecc. 

Ogni capitolare è capitolare della Congregazione non rappresenta una “casa” o una “parte territoriale”, non è in capitolo per “difendere” la sua “casa o la sua “parte territoriale”, ma per promuovere la crescita e la santità di tutta la congregazione. La maniera migliore che abbiamo di difenderci dalla realtà è negarla e preferire la nostra convinzione a ciò che è davanti agli occhi come un fatto, una realtà concreta. Le convinzioni dei capitolari sono quelle dettate dalla fede o dai calcoli umani?

Per il Vaticano II e per l’Esortazione apostolica Vita consacrata, “la vita consacrata è chiamata universale alla santità secondo un certo carisma; é servizio e testimonianza personale e comunitaria del Vangelo; è la consacrazione graduale da parte di Dio, nella dialettica chiamata-risposta, all’ispirazione carismatica di un fondatore, alla dimensione apostolica e profetica e al vissuto dei consigli evangelici”. Essa non una semplice struttura nella Chiesa, ma una struttura della Chiesa, che con il tempo, però, può manifestare ambiguità e contraddizioni.

Bisogna conoscere meglio l’oscuro male dell’individualismo odierno e il suo linguaggio ambiguo: buona norma di ogni strategia è quella di imparare a capire e a parlare la lingua del nemico.

Ogni modalità rassicura, dà certezze umane. Mettere in discussione una modalità è mettere in discussione queste certezze, allora si preferisce rimanere attaccati alla modalità che tentare di cambiare. Ma da questo attaccamento ne viene fuori un lungo inverno del cuore. 

É necessario affrontare il cambiamento senza nascondersi difficoltà, criticità, pericoli, per individuare possibili vie d’uscita, strumenti e obiettivi di un impegno comune. C’é una vita consacrata da pacificare, una speranza da ricostruire.

Non serve aspettare per «tattica di convenienza”. Il Capitolo prenda in considerazione le modalità con cui si organizza la vita consacrata Cavanis, se esse aiutano o no il cammino di santità e la dimensione apostolica e profetica. È tempo di scegliere, non di «stare al balcone». Il “vino nuovo” è già pronto, e gli otri?

P. Diego Spadotto, CSCh

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