Lettera Circolare – GENNAIO 2020

Ho deciso di scrivere questa lettera Circolare a tutta la Congregazione in occasione della celebrazione della Giornata Mondiale della Vita Consacrata, il prossimo 2 febbraio.

Carissimi confratelli,

Abbiamo iniziato da poco il nuovo anno, tempo di grazia concesso dalla bontà del nostro Dio per la nostra crescita spirituale e per collaborare nel lavoro della sua messe. Spero che le celebrazioni del Natale del Salvatore abbiano portato a tutti più gioia, fiducia e desiderio di essere confermati nella vocazione alla quale siamo stati chiamati. Ho deciso di scrivere questa lettera Circolare a tutta la Congregazione in occasione della celebrazione della Giornata Mondiale della Vita Consacrata, il prossimo 2 febbraio. È un momento privilegiato per tutta la Vita Consacrata nella Chiesa, perché, alla luce della festa della Presentazione di Gesù al Tempio, ringrazi il Signore per questo dono, faccia un serio esame di coscienza a riguardo della fedeltà, e programmi con sapienza il suo futuro.

Come Istituto stiamo vivendo questa prima fase di realizzazione delle proposte elaborate e votate nel nostro XXXV Capitolo Generale Ordinario. Il Documento capitolare è il più attuale e autorizzato che abbiamo, perché frutto di un Capitolo che è ed esercita la suprema autorità in tutta la Congregazione (Cost. 117). Ora è necessario pensare globalmente e agire localmente. Nella presentazione del Documento capitolare ho fatto alcune proposte e dato orientamenti a tutte le parti territoriali. Nel Consiglio Generale del mese di novembre 2019 sono state prese alcune decisioni a riguardo di come ristrutturare gli Uffici Generali, in vista di una maggiore unità nel coordinamento del nostro agire Cavanis. Tutti, religiosi e laici, in ogni opera e in tutti i livelli, si sentano impegnati a collaborare con il meglio di se stessi, affinché il Carisma Cavanis sia rinnovato e pronto a rispondere alle esigenze del nostro tempo.

Una delle principali preoccupazioni identificate nel Capitolo generale riguarda la qualità della nostra vita religiosa-comunitaria, dove appare evidente stanchezza esistenziale, l’attivismo, le difficoltà nelle relazioni interpersonali e i numerosi abbandoni della propria consacrazione. Sono sintomi ben identificati, come pure le cause di tutto questo. I rimedi, grazie a Dio, esistono. Purtroppo siamo dei pazienti reticenti che preferiscono continuare a vivere nel torpore di uno stato di apatia. Ora ciascuno, per amore del dono della vocazione, prenda la decisione coraggiosa di usare i mezzi efficaci che la Chiesa ci presenta, e che sono elencati anche nelle nostre Costituzioni. La nostra regola suprema è la sequela Christi (Cost. 4). Siamo stati chiamati e consacrati in vista della santità, niente di più e niente di meno. Il nostro apostolato è conseguenza di questo incontro con Cristo. Nessuno può offrire quello che non ha: “Sarà dovere dei congregati: tendere alla propria santificazione, imitando Gesù Cristo Signore, che obbediente al Padre, prima ha dato l’esempio e poi ha insegnato” (Cost. 3. 1).

I primi due capitoli delle nostre Costituzioni sono fondamentali per il consolidamento della nostra vocazione Cavanis. Stiamo pregando la Liturgia delle Ore (per i chierici è obbligatoria la recita di tutte le Ore; cfr. Codice di Diritto Canonico, 276, § 2, 3°; Costituzioni Cavanis 16/g), con la meditazione comunitaria, ogni giorno? Il ritiro mensile trova spazio nella nostra agenda? Abbiamo la preoccupazione di farci accompagnare da un direttore spirituale? La devozione alla Madonna sta maturando e rivelando i tratti caratteristici lasciatici dai nostri Fondatori che la veneravano come Madre, modello e protettrice? Cerchiamo frequentemente il Sacramento della Riconciliazione? La meditazione della Parola di Dio, la visita al Santissimo Sacramento e l’esame di coscienza sono quotidiani? Siamo disposti a vivere i Consigli evangelici secondo la loro propria natura e esigenza o li adattiamo alle nostre convenienze e idee? Il Carisma e il Ministero ordinato sono per un vero servizio o cerchiamo di servirci di questi a nostro vantaggio?

Il reale pericolo per la Vita Consacrata non viene dall’esterno. Se un regno o una casa sono divisi, non possono sopravvivere (Mc 3, 24-25). Una vita orante è condizione per essere in comunione profonda con Gesù. Non possiamo vivere dei crediti della preghiera. Essa deve essere come la manna che era raccolta ogni giorno, e alimentava per tutta quella giornata. La ben nota affermazione che la famiglia che prega unita rimane unita, serve anche per noi religiosi: la comunità che prega unita rimane unita. Coltivare personalmente e comunitariamente la nostra spiritualità è fondamentale per dare testimonianza davanti al Popolo di Dio e per incoraggiare i giovani nel discernimento vocazionale nelle nostre opere e attività.

Non possiamo tentare il Signore, o invocarlo continuamente, se non facciamo ciò che lui comanda (Lc 6, 46). È dentro le nostre possibilità cooperare con lo Spirito Santo, nella costruzione della vita religiosa Cavanis alla quale siamo stati chiamati. L’Istituto non ha bisogno di noi, ma noi sì che abbiamo bisogno dell’Istituto, visto che il Signore ci ha chiamati per realizzare in esso la nostra vocazione (Cfr. Positio [Summarium], pag. CXXIV. Discorso di P. Antonio in occasione dell’uscita dalla Congregazione del primo novizio). Il nostro Istituto è stato fondato per dare continuità al Carisma di accogliere ed educare bambini e giovani. Chi accende una lampada è il primo ad esserne illuminato. Abbiamo una identità propria come religiosi: non siamo né diocesani nelle parrocchie e nemmeno managers o funzionari nelle nostre opere. Se non riusciamo ad essere migliori dentro la Vita Consacrata, significa che nemmeno il nostro apostolato è efficace e fecondo. La paternità che deve orientare la nostra azione apostolica viene compromessa. Il nuovo Ufficio Formazione Permanente preparerà un cammino istituzionale per aiutarci in un processo di costante conversione.

Abbiamo moltissimi esempi di santità dentro la nostra Congregazione. In primis, i Venerabili Fondatori, P. Antonio e P. Marco Cavanis e il Venerabile P. Basilio Martinelli. Non ci sono dubbi: loro hanno vissuto eroicamente le virtù cristiane. Questo è stato ufficialmente riconosciuto dalla Chiesa. La canonizzazione dei nostri Padri è strettamente legata alla santità di tutti i membri dell’Istituto. Essi sono stati provati, hanno dato tutto di se stessi e hanno vissuto pienamente la loro vocazione. Saranno elevati agli onori dell’altari, quando noi, loro figli spirituali, saremo i primi a seguire il loro esempio. Il Postulatore generale insieme a quanti collaboreranno nella Postulazione, nei prossimi anni raddoppierà gli sforzi per aiutare tutti i confratelli della Congregazione e il Popolo di Dio, per farli conoscere, amarli, venerarli e invocarli come intercessori. La loro eredità spirituale è una grande ricchezza, alla quale non possiamo smettere di ricorrere, né possiamo conservare solo per noi. Offro a tutti i confratelli alcuni suggerimenti e piste di azione per rilanciare l’entusiasmo di appartenere a una Famiglia Religiosa che il Signore ha suscitato nella sua Chiesa per farla diventare più santa e risplendente: diffondere le novene ai nostri Venerabili Servi di Dio in ogni opera, parrocchia e comunità; realizzare una buona e aggiornata iconografia; valorizzare il giorno 2 di ogni mese e la Settimana Cavanis con un tema unico per tutta la Congregazione; stimolare un maggiore coinvolgimento dei familiari dei congregati e dei laici …

Non esiste altro fondamento sul quale dover e poter costruire. Gesù Cristo è la nostra roccia sicura (Mt 7, 24), è lo stesso ieri, oggi e sempre (Eb 13, 8). L’idolatria è un pericolo che sempre ci gira intorno. Un’economia solidale è l’antidoto per evitare di servire un falso dio e un aiuto per alleviare le sofferenze di bambini e giovani abbandonati. Utilizzare i beni economici e il patrimonio con giustizia e prudenza è una esigenza della nostra consacrazione. I beni e i mezzi spirituali, umani e materiali, devono essere condivisi con gioia. Gli ultimi pontificati sono stati di una grande ricchezza, hanno interpretato e approfondito le ispirazioni del Concilio Vaticano II, hanno offerto un orientamento sicuro per il rinnovamento della Vita Consacrata. I Papi, San Paolo VI, San Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco, ci hanno lasciato e continuano a darci una grande ricchezza di pensiero e di azione. Gli ultimi tre Sinodi, per noi Cavanis che abbiamo come Carisma cooperare con le famiglie nell’educazione dei giovani (Cost. 2), sono stati veramente opera della Provvidenza e sono sfociati nelle Esortazioni Post Sinodali Amoris Laetitia Christus Vivit.

Dobbiamo leggere, meditare e applicare tutti gli orientamenti che ci vengono offerti. L’Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium è preziosissima per capire e applicare i grandi documenti ecclesiali a riguardo della Missione. Il nostro apostolato Cavanis sarà l’argomento principale della prossima circolare.

Quest’anno celebriamo i 200 anni della prima comunità Cavanis. Il venerabile P. Antonio, il 27 agosto 1820, lasciò la ricca casa paterna, spaziosa e ben localizzata in Venezia, per stabilirsi con i primi novizi in una casa povera, umida e insalubre, chiamata in Congregazione amorevolmente “casetta” (Positio, n.08, pag. 321). Questo inizio profetico ed evangelico deve aiutarci a riflettere sulla situazione delle nostre comunità, oggi. La sua decisione di stare in mezzo ai giovani, è stata una spogliazione completa, una coraggiosa risposta alla realtà del suo tempo, abbracciando la povertà evangelica con tutte le sue conseguenze, dovrebbe suscitare in noi molta ammirazione, ispirazione e interrogativi. Come tutti gli altri santi del loro tempo, i nostri Fondatori hanno messo in pratica l’esigenza di una Chiesa povera per i poveri. Nella Positio si legge che nello stesso giorno P. Antonio fece dono degli ornamenti d’argento delle sue scarpe. La Settimana Cavanis di quest’anno potrebbe essere ispirata a questa data storica. Niente impedisce che si dedichi un anno intero per riflettere e celebrare questo evento.

Ho avuto l’opportunità di visitare tutte le parti territoriali della Congregazione e dialogare con quasi tutti i confratelli. Ogni parte territoriale ha la sua bellezza nel vissuto del Carisma, ha le sue sfide e difficoltà. Dobbiamo proprio accettare e amare il nostro Istituto come una vera famiglia (Cost. 11). La nostra famiglia Cavanis, oggi è arricchita dall’esperienza degli anziani e dalla forza dei giovani. Ogni membro contribuisce con i propri doni per l’edificazione del corpo intero (1Cor 12, 14-27). Fortifichiamo la nostra unione e l’aiuto mutuo con l’Istituto del Santo Nome di Dio e la Comunità Gesù Buon Pastore. La forza del Carisma ha suscitato e continua a suscitare la diversità di azione in favore dei giovani. La fraternità vissuta e lasciata come esempio dai Fratelli Cavanis, sia oggi messa in pratica con creatività e rispetto.

La Madre e Regina delle Scuole di Carità, il nostro Patrono San Giuseppe Calasanzio, i nostri Venerabili Fondatori P. Antonio e P. Marco Cavanis e il Venerabile P. Basilio Martinelli intercedano per noi e siano i nostri modelli di santità e di servizio.

Nella fraternità dei Venerabili Servi di Dio Padre Antonio e Padre Marco Cavanis,

P. MANOEL R. P. ROSA CSCh, Preposito Generale
Castro (Paraná –Brasile), 21.01. 2020

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