Mercoledì delle ceneri – Inizio del Tempo Forte di Quaresima

Lettera Circolare del P. Preposito.

Carissimi Confratelli e Collaboratori laici, il dies natalis di P. Antonio Cavanis che celebreremo il 12 marzo, è occasione propizia per sentirci uniti e rinsaldare i nostri vincoli di comunione e affetto, per rinnovare il nostro impegno di vivere il Carisma che ci hanno lasciato i nostri venerabili Padri Fondatori e per testimoniare con gioia la vita Cavanis a servizio dei giovani.

Ci aiuta e ci accompagna in questo impegno l’esempio e la testimonianza di vita di P. Basilio Martinelli del quale celebreremo il dies natalis il 16 marzo.

Il migliore patrimonio che abbiamo ereditato dai Fondatori è la loro vita santa che noi dobbiamo riproporre con costanza e lungimiranza. La maniera migliore per proclamare la loro santità è quella di lasciare libero il Signore di santificarci “a modo suo”.

Quest’anno, ricordando il centenario dell’inizio della causa di beatificazione dei nostri Padri Antonio e Marco Cavanis, diamoci da fare per divulgare la loro santità, specialmente imitandone le loro virtù di umiltà, povertà evangelica e fiducia incondizionata nella Provvidenza. Invito tutti pregare ogni giorno, perché i Padri Fondatori ci ottengano la grazia della conversione personale e del rinnovamento spirituale dell’intera nostra Congregazione.

L’invito alla conversione ci viene anche dal tempo liturgico che stiamo vivendo, la Quaresima. Per i 40 giorni che precedono la Pasqua, Papa Francesco propone di entrare nel deserto del creato perché torni ad essere quel giardino della comunione con Dio, per portare la speranza di Cristo anche alla creazione e liberarla dalla schiavitù della corruzione.

Nel suo Messaggio per la Quaresima 2019, il Papa ripropone i 3 classici strumenti di crescita spirituale: il Digiuno, la Preghiera e l’Elemosina:

Digiunare

cioè imparare a cambiare il nostro atteggiamento verso gli altri e le creature; vincere la tentazione di divorare tutto per saziare la nostra ingordigia; affrontare le inevitabili sofferenze con amore, come Gesù, per colmare il vuoto del nostro cuore.

Pregare

per saper rinunciare all’idolatria e all’autosufficienza del nostro io, e dichiararci bisognosi del Signore e della sua misericordia.

Fare elemosina

per uscire dalla stoltezza di vivere e accumulare tutto per noi stessi, nell’illusione di assicurarci un futuro che non ci appartiene. E così ritrovare la gioia del progetto che Dio ha messo nella creazione e nel nostro cuore, quello di amare Lui, i nostri fratelli e il mondo intero, e trovare in questo amore la vera felicità.

«Tutta la creazione è chiamata, insieme a noi, a uscire ‘dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio » (Rm 8, 21): la Quaresima è segno sacramentale di questa conversione. Essa ci invita a incarnare più intensamente e concretamente il Mistero pasquale nella nostra vita. Abbandoniamo l’egoismo, lo sguardo fisso su noi stessi, e affidiamoci al Mistero della Resurrezione di Gesù in preparazione del prossimo Capitolo generale. Accogliendo nella nostra vita la vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte, attireremo sulla nostra Congregazione la sua forza trasformatrice.

Preghiamo affinché il prossimo Capitolo generale sia un vero evento salvifico e pasquale, una gioia per la Chiesa tutta e un incontro familiare di discepoli che si riuniscono nel nome di Gesù (cfr. Costituzioni e Norme, 116). Deve essere un impegno di tutti e non soltanto di coloro che sono capitolari. Alle volte percepisco preoccupazione o, peggio ancora, indifferenza dovuta a stanchezza, al fatto di esserci abituati a vivere così e crediamo che non dobbiamo o non possiamo cambiare e migliorare per sentirci bene, più contenti ed entusiasti della nostra scelta di vita. Non c’è nulla di peggio che arrenderci all’abitudine, e diventare così professionisti della fede e della sequela del Signore per vivere nella mediocrità.

Che la grazia della Pasqua del Signore ci liberi da tutte queste tombe di morte perché possiamo celebrare il Capitolo liberi da riferimenti autoreferenziali di tristezza e sfiducia reciproca.

La Parola di Dio, incarnata in Gesù Cristo Cammino, Verità e Vita, sia il nostro solido punto di riferimento. Ritorniamo al primo amore, alla “grazia dei primi tempi”, impegniamoci a verificare, far diventare vera la nostra vita con coraggio e umiltà e perdere la nostra vita perché altri abbiano vita. La Vita consacrata è la sequela di Cristo non delle proprie idee, visioni e opinioni. La sequela suppone un incontro personale con colui che vogliamo seguire. Dobbiamo ripartire da Cristo, ragione della Vita consacrata e centro della vita secondo lo Spirito, personale, comunitaria e apostolica.

Un secondo riferimento chiaro per noi Cavanis sono « i giovani, luogo teologico in cui il Signore ci fa conoscere le sue attese e le sfide per costruire il futuro » (dal Documento finale del XV SINODO DEI VESCOVI 2018, 64). Siamo chiamati per vocazione a investire sui bambini e i giovani con passione educativa in attività e strutture scolastiche dove essere padri più che maestri. Siamo nel mondo, dominato dall’individualismo, dall’indifferentismo, dal relativismo, dai nazionalismi, dal consumismo che genera ingiustizia e povertà, dalle sfide della globalizzazione, da rapidi e continui cambiamenti sociali e tecnologici, da migrazioni incontrollabili, da emarginazione e irrilevanza sociale della Chiesa e della Vita consacrata, dalla diminuzione di solide risposte vocazionali, e di una gioventù dispersa che sembra non avere futuro, ma non siamo di questo mondo. Per la Resurrezione di Cristo siamo ancora capaci di relazioni umane fraterne, di autentica testimonianza vocazionale, di efficacia apostolica.

Non deve mancare un riferimento alla Chiesa in cui viviamo. Non c’è dubbio che Papa Francesco sta segnando fortemente la Chiesa e la Vita consacrata, chiamate entrambe all’opzione per i poveri, a una testimonianza di vita evangelica integra e gioiosa, alla misericordia, alla povertà, alla semplicità e all’essenziale. Francesco ci invita a non vivere in funzione di noi stessi e della nostra sopravvivenza, a essere Chiesa in uscita, ospedale da campo per la gioventù, a lottare contro il clericalismo e ogni forma di potere, a smascherare e condannare ogni forma di abuso e di ambiguità.

La Vita consacrata Cavanis è chiamata a rimettere al centro il Cristo, la fraternità della vita comunitaria, la passione per la missione, la fedeltà creativa, a essere lampade accese che illuminano il cammino della gioventù, a non lasciarsi prendere dalla mondanità; ad essere profeticamente credibile, andando verso le periferie esistenziali per costruire comunione.

Abbiamo bisogno di questi riferimenti evangelici proprio perché ci mettono a disagio e ci invitano alla conversione. Mi auguro che il prossimo Capitolo generale venga celebrato non solo pensando a noi stessi e alle nostre storie particolari, ma possa avviare un vero discernimento che illumini le analisi, le scelte e la pianificazione. Il discernimento richiede preghiera, riferimenti al Vangelo, comunione con la Congregazione tutta, centralità della missione, chiarezza sul Carisma e sull’audacia dei nostri Fondatori.

Lo Spirito Santo ci renda scuola di carità nella Chiesa e nel mondo, capaci di aiutare quanti incontriamo nel nostro apostolato, a rinnovare incessantemente la speranza che non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato (Rm 5, 5).

Prima di concludere ritorno alla motivazione iniziale di questa lettera: la santità dei nostri Padri Fondatori. Noi li consideriamo santi, ma non basta, dobbiamo testimoniare e divulgare la loro santità perché siano invocati e annoverati tra i santi della Chiesa, per il bene dei giovani e degli educatori.

In quest’anno nel quale ricordiamo il centenario dell’inizio della Causa di Beatificazione, propongo che le Comunità della Delegazione Italia–Romania organizzino pellegrinaggi alla tomba dei Fondatori a Venezia. La Provincia del Brasile farà passare in tutte le Comunità e Opere la reliquia dei Fondatori. Le altre Parti territoriali potranno prendere qualche iniziativa particolare.

A tutti raccomando di recitare assieme ai Laici la Preghiera per la Beatificazione dei Venerabili fratelli P. Antonio e P. Marco Cavanis.

La cara Madre Maria che invochiamo come Regina delle Scuole di Carità ci benedica e ci guidi nel cammino di santità indicato dai nostri Fondatori.

Roma, 6 marzo 2019 – Mercoledì delle ceneri/Inizio del Tempo Forte di Quaresima
P. Pietro Fietta, CSCh – Preposito Generale

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