Missione, missioni, missionari Cavanis

Nello spirito della Settimana missionaria Cavanis, si ripresentano le domande di sempre: quale è la missione, quali sono le missioni e chi sono i missionari Cavanis?

Nella memoria del Dies Natalis di P. Marco (11 ottobre) al cui impegno instancabile dobbiamo il riconoscimento canonico della Congregazione e della sua missione apostolica, e nello spirito della Settimana missionaria Cavanis, si ripresentano le domande di sempre: quale è la missione, quali sono le missioni e chi sono i missionari Cavanis?  Nel 1838, papa Gregorio XVI ha istituito canonicamente la Congregazione delle Scuole di Carità e ha risposto a queste domande tenendo presenti le necessità della società e della Chiesa italiana del suo tempo e, in particolare, la triste situazione in cui si trovava la gioventù. Oggi, papa Francesco, a distanza di quasi duecento anni, davanti alle nuove sfide che l’educazione della gioventù deve affrontare, risponde a queste domande e incoraggia religiosi e laici Cavanis a continuare la missione educativa con uno spirito rinnovato in contesti e problematiche educative mondiali. 

“Il Global Compact on Education”è una dichiarazione d’intenti condivisa con i rappresentanti di tante fedi religiose, per stimolare una rinnovata azione educativa che possa far crescere nel mondo la fratellanza universale. Non possiamo tacere alle nuove generazioni le verità che danno senso alla vita. Educazione non è solo “conosci te stesso”, ma anche conosci “tuo fratello”, il “creato” e il “Trascendente”. L’educazione ci impegna a condannare ogni forma di fondamentalismo, ad accogliere l’altro così come è, a difendere i diritti delle donne, dei minori, dei più deboli, e ad amare la nostra madre terra, diventando voce della natura che grida per la sua sopravvivenza. Chi opera nel campo dell’educazione deve dialogare sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del pianeta e sulla necessità di investire i talenti di tutti, perché ogni cambiamento ha bisogno di un cammino educativo per far maturare una nuova solidarietà universale e una società più accogliente. 

Il Patto Educativo Globale, dovrà ravvivare l’impegno per e con le nuove generazioni, rinnovando la passione per un’educazione più aperta e inclusiva, capace di ascolto paziente, dialogo costruttivo e mutua comprensione. Unire gli sforzi in un’ampia alleanza educativa per formare persone mature, capaci di superare frammentazioni e contrapposizioni e ricostruire il tessuto di relazioni per un’umanità più fraterna. Se vogliamo un mondo più fraterno è necessario educare le nuove generazioni a riconoscere, apprezzare e amare ogni persona al di là della vicinanza fisica, al di là del luogo del mondo dove è nata o dove abita. 

Nelle differenze che nel passato ci hanno messo in contrasto, oggi vediamo la ricchezza di vie diverse per arrivare a Dio e per educare le nuove generazioni alla convivenza pacifica nel rispetto reciproco.  L’impegno a difendere con fermezza i diritti delle donne, dei minori, dei più deboli, in passato non sempre rispettati, e insegnare alle nuove generazioni a essere voce dei senza voce. 

L’educazione, pertanto, ci sollecita a rigettare e denunciare ogni violazione dell’integrità fisica e morale di ciascuno, e ci deve portare a capire che nella dignità l’uomo e la donna sono uguali: non ci sono discriminazioni. L’educazione ci impegna ad amare la nostra madre terra e a evitare gli sprechi di alimenti e di risorse, e a condividere i beni che Dio ci ha donato per la vita di tutti. Perché, “Dio perdona sempre. Noi perdoniamo a volte sì e a volte no. La natura non perdona mai”.

Cambiano i tempi, i contesti storici, le strutture sociali, economiche e politiche delle Nazioni e della Chiesa, sfide sempre nuove per la missione educativa della gioventù. Siamo Cavanis chiamati ad affrontarle con la fede di P. Antonio e la grinta di P. Marco, ma anche con creatività e rapidità proprie di questo tempo nel quale il Signore, per mezzo di papa Francesco, affida anche a noi la missione educativa.

P. Diego Spadotto, CSCh

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