Nascita di Padre Antonio Angelo Cavanis

Il 16 gennaio 2024 celebriamo, riconoscenti al Signore, 252 anni della nascita del Venerabile Servo di Dio P. Antonio Angelo Cavanis (Venezia, 16/0/1772).

Per noi, religiosi e laici Cavanis, ricordare P. Antonio significa attingere ad un patrimonio spirituale di santità e esempi eroici di virtù che costituiscono la nostra eredità più preziosa. 

Insieme al fratello Marco, Padre Antonio ha dato vita all’Istituto Cavanis perché i bambini, i ragazzi e i giovani di quel tempo, ma anche dell’avvenire, avessero la possibilità di una vita migliore, sostenuti da un singolare progetto educativo di accoglienza, promozione e tutela dei loro diritti fondamentali, iniziato da loro e portato avanti dai suoi figli spirituali.

Sappiamo tutti il quanto sia vitale per la nostra Congregazione interpretare e assimilare l’intuizione di P. Antonio affinché il Carisma Cavanis continue suscitando l’entusiasmo e la passione che distinguono i Cavanis come educatori della mente de del cuore, decisi ad “essere più padri che maestri della povera gioventù dispersa”. 

P. Edmilson Mendes, CSCh – Postulatore generale e Equipe.

Antonio Angelo fu il primo dei fratelli Cavanis a entrare nella carriera dei segretari mentre il fratello Marco attendeva a completare gli studi. Dopo le prime esperienze dell’impiego avvertì forte il desiderio di farsi religioso, ma i genitori si opposero decisamente. Nella sofferenza di quegli anni – forse tre o anche di più – il Servo di Dio non venne mai meno al rispetto verso i genitori, e trovò conforto e aiuto nella preghiera e nel consiglio. Solo dopo la morte del padre, nel 1794 poté lasciare l’impiego e farsi sacerdote. Riceveva l’ordinazione il 21 marzo 1795, formulando il proposito di essere soltanto e tutto a disposizione di Dio. La sua vita sacerdotale ci appare intensamente occupata fra iniziative di studio e attività di ministero, come predicazione, catechismi, confessioni, ecc. E fu proprio confessando nell’ospedale degli incurabili che, nel 1809, contrasse la terribile malattia delle convulsioni, che lo tormentò poi per tutto il restante della vita, dandogli occasione di mostrare straordinario esempio di pazienza e serenità di spirito nella accettazione della volontà divina.

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