Si può dire che i Cavani siano preparati per il futuro (post pandemia)?

Sfide e prospettive della Regione andina nella situazione pandemica: come sta affrontando questo momento la regione andina?

REGIONE ANDINA

Già prima della pandemia, l’Ecuador non aveva una politica pubblica di sorveglianza e controllo epidemiologico. Ciò significava che il paese non ha avuto una capacità di risposta sufficiente o tempestiva quando il virus ha raggiunto il paese a febbraio. Così, da metà marzo all’inizio di maggio, il paese ha dovuto affrontare un aumento sproporzionato dei decessi con immagini dolorose e segnalazioni di corpi scomparsi.

Quando abbiamo iniziato il servizio di governo regionale, per il triennio 2020-2023, nel bel mezzo di una situazione di crisi e pandemia, sono state molte le sfide da affrontare e che possono essere riassunte nei seguenti punti:

• Le attività presenziale nelle nostre scuole si sono arrestate, lasciando notevoli conseguenze economiche, soprattutto quanto all’iscrizioni di nuovi studenti. Siamo stati costretti a reinventare la forma dell’offerta accademica passando tutto sulle piattaforme online.

• L’uso di strumenti digitali nel processo di insegnamento-apprendimento durante la pandemia dovrebbe continuare dopo la crisi sanitaria e farà sì che i nostri centri educativi espandano la loro offerta in modalità virtuale.

• La polarizzazione delle disuguaglianze esistenti nei sistemi educativi mondiali e l’accesso limitato a dispositivi elettronici (computer, tablet o cellulari) e Internet, ci porta a ripensare la nostra prassi metodologica e la vulnerabilità dei nostri destinatari dell’istruzione.

• Anche la catechesi parrocchiale e le celebrazioni eucaristiche hanno dovuto affrontare ciò a cui prima non erano abituate, come l’utilizzo di piattaforme virtuali e nuovi strumenti tecnologici di conoscenza.

Le nostre aspettative come governo regionale andino sono di non perdere la speranza e continuare ad andare avanti nonostante questa dura battaglia che stiamo affrontando con il Covid-19. Ma in particolare abbiamo le seguenti prospettive:

1. Che finisca questa pandemia, e come le parole del nostro Fondatore Padre Antonio Cavanis: “Sola In Deo Sors“, mettiamo in Dio la nostra sicurezza, la forza e la gioia del nostro amore.

2. Che i nostri confratelli sacerdoti nella regione andina, nonostante la pandemia, continuino ad incoraggiare e accompagnare nella fede il nostro popolo cristiano nei luoghi dove c’è la presenza Cavanis e che dimostrino con la loro testimonianze di vita, la vicinanza di nostro Dio e Padre.

3. Che i responsabili delle parrocchie, dei giovani in formazione e delle opere educative, illuminati dalloSpirito Santo, continuino con la loro creatività digitale a offrire attraverso i media la possibilità delle celebrazioni dell’Eucaristia, della catechesi, della formazione laicale e le lezioni virtuali, come hanno fatto fino ad oggi.

Vogliamo essere realistici e dire in anticipo che come Cavanis non siamo ancora ben preparati per il futuro. Ci sono molte incertezze, soprattutto nel nostro lavoro educativo e, probabilmente, non avremo più lo stesso numero di studenti di prima della pandemia. Tuttavia, ci accettiamo la volontà di Dio Padre, così, come hanno fatto i nostri Venerabili Fondatori Antonio e Marcos Cavanis.

Il Covid-19 ha causato una rivoluzione nell’istruzione che cambierà per sempre l’ambiente educativo, anche dopo che la pandemia sarà superata: l’insegnamento-apprendimento tenderà molto alla virtualità.

La pandemia ci costringe come Regione andina a ripensare, innovare e sostenere la fede di molte persone che sono scoraggiate e questo comporta nuove strategie di evangelizzazione, nei centri educativi, nelle parrocchie e in altre attività portate avanti dalla nostra Congregazione. 

I nostri beneficiari, i genitori e le famiglie, hanno bisogno delle garanzie della qualità educativa che offriamo, altrimenti per loro sarà lo stesso investire nell’istruzione dei propri figli in una scuola statale o in una altra scuola privata. 

Come Congregazione e Regione Andina dobbiamo tornare alle nostre radici, cioè educare a partire dalla nostra pedagogia Cavanis, facendo la differenza in un mondo pieno di emergenze educative. È anche necessario cercare vie di dialogo tra le famiglie e l’istituzione scolastica, poiché sono i due pilastri fondamentali nel processo di insegnamento-apprendimento dei nostri bambini e dei nostri giovani.

Infine, la pandemia che stiamo affrontando ha aiutato molte persone e soprattutto le famiglie a sviluppare una nuova coscienza. I genitori e famiglie hanno dovuto essere più coinvolti nel processo di apprendimento dei figli, poiché molte volte questa attività è stata delegata quasi che esclusivamente alle istituzioni educative. Allo stesso modo, le famiglie sono diventate più responsabili dei compiti e dell’apprendimento nella catechesi, come necessario supporto ai bambini e i giovani. E di questo possiamo solo rallegrarci sperando che nuove possibilità e opportunità siano ancora da scoprire e attuare. 

CONSIGLIO REGIONALE ANDINO –  CAVANIS

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