Il Desiderio di P. Marco Cavanis
La spiritualità missionaria di P. Marco Cavanis: “Se fosse necessario, per aiutare la povera gioventù sarei disposto ad andare anche in America”. Che idea aveva p. Marco dell’America nel 1800?
L’Offerta Spirituale di P. Basilio Martinelli
La spiritualità missionaria di P. Basilio Martinelli “Se un giorno i padri della mia Congregazione andranno in missione, li accompagnerò sempre con le mie preghiere”. Che idea aveva di missione p. Basilio? Aveva un’idea di missione simile a quella di Pio X nell’Enciclica LACRIMABILI STATU, 7 giugno 1912, “Profondamente commosso per lo stato lagrimevole degli indios dell’America del Sud… rid0tti in schiavitù o venduti come schiavi, o di privati dei loro beni… saccheggiare borghi e villaggi, massacrando gli indigeni, dei quali talune tribù sono state in questi anni quasi distrutte…”
La Radice del Dono Missionario
La spiritualità missionaria è un dono dello Spirito Santo che si riceve con il sacramento del Battesimo. Però “ogni dono di grazia, suppone la natura”, cioè una realtà culturale e una mentalità, formate e aperte alla mondialità, “andate per tutto il mondo e annunciate il Vangelo”.
La Paternità come Cuore della Missione Cavanis
La spiritualità missionaria Cavanis, si è sviluppata dopo il Vaticano II nel segno della Paternità di Dio verso i giovani, in particolare quelli che hanno più bisogno di scoprire il tesoro del suo Amore paterno. I Cavanis sono chiamati a essere veramente padri dei giovani “fino ai confini del mondo”, nelle società e culture dove la paternità è in crisi o ha perso il suo ruolo, e la responsabilità educativa è artificiale.
Missionari che Testimoniano la Paternità di Dio
I missionari Cavanis che sono invitati a uscire dalla propria terra e ambiente culturale, per andare a riconoscere nell’esperienza di vita di altri popoli i semi e i frutti dell’azione dello Spirito, sono testimoni del Vangelo di Gesù che ha rivelato la Paternità di Dio. La missione Cavanis è essenzialmente un dono del Padre per trasmettere ai giovani, con la vita, l’esperienza del suo amore paterno, gratuito, paziente, fedele, in uno scambio di rispetto, ascolto, accoglienza, perdono, fiducia, affetto.
L’Umiltà dei Primi Discepoli
I primi discepoli inviati in missione da Gesù non avevano una cultura e una mentalità missionaria, non devono comportarsi come dei “benefattori” che hanno potere e denaro, la loro sicurezza era solo la Parola di Dio. Oggi, in Congregazione, ci vuole un po’ di vento di Pentecoste, non tanto da spegnere le poche candele di fede accese, ma per risvegliare lo spirito missionario umile e senza potere.
L’Esperienza che Converte il Missionario
Quando sono stato inviato in missione, credevo di essere evangelizzato a sufficienza, quando l’ho sperimentata, ho scoperto che non lo ero affatto. Ebbi la grazia di incontrare missionari e missionarie che seppero non solo accogliermi e accompagnarmi a inserirmi nell’ambiente, nella cultura e nella pastorale del luogo, ma anche ad aprire il mio cuore al senso più profondo della missione.
La Missione come Scambio di Doni
Missionari gioiosi mietitori della messe che Dio ha seminato e fatto crescere nel cuore delle persone e del popolo. Ho scoperto la missione come scambio di doni, come reciprocità, cammino di apprendimento e riconoscimento dei semi del Verbo e dei frutti che lo Spirito ha fatto crescere e maturare nell’animo delle persone e dei popoli.
Evangelizzati dall’Amore dei Popoli
Porto con me, con profonda gratitudine le relazioni e amicizie che mi hanno toccato e convertito il cuore, la ricchezza della sapienza che mi ha aperto orizzonti umani e spirituali nuovi, la reciprocità della evangelizzazione. Bambini, giovani e il popolo di Dio mi hanno evangelizzato. Oggi, in ogni servizio, porto ciò che sono e l’esperienza missionaria che il Signore mi ha donato di vivere la gioia dello scambio fruttuoso, l’esperienza dell’interculturalità, la ricerca nel dialogo, la bellezza del costruire insieme ponti di sapienza ed esperienze.
La Fatica e la Bellezza della Missione
Tutto ciò comporta fatica, ma la vita e la bellezza che sprigiona dalla missione supera il peso delle fatiche e delle difficoltà e conferisce ad esse il giusto significato di essere Chiesa/missione. La missione mi ha insegnato un cammino di essenzialità, che rinnovo ogni giorno per rispetto ai fratelli impoveriti da violenza e inganno, mi provoca a convertirmi e a non adagiarmi nelle comodità. L’esperienza missionaria ha acceso in me una nuova sensibilità per la fragilità umana, per questo preferisco abitare lontano dall’esibizione della grandiosità, della visibilità, del potere.
P. Diego Spadotto, CSCh