Tempo di Quarentena: Come i ragazzi di Possagno stanno vivendo e interpretando la’Educazione Cavanis che ricevono

Gli studenti Cavanis di Possagno si sono espressi...

Istituto Cavanis Possagno
Istituto Cavanis Possagno

P. Antonio e P. Marco fin dall’inizio della loro Congregazione delle Scuole di Carità, hanno voluto che essa si dedicasse dell’educazione della mente e del cuore dei giovani secondo i valori del Vangelo. Chi dice educazione, dice formazione intellettuale, cioè istruzione, formazione spirituale e formazione umana integrale. Così si legge nelle Costituzioni e Norme della Congregazione: “il principale servizio che l’Istituto rende alla Chiesa e alla società nel campo educativo è la scuola. Essa deve far sì che la conoscenza del mondo, della vita e dell’uomo, che gli alunni acquistano, sia illuminata dalla fede” (n. 53). In questo senso, l’educazione Cavanis visa tre cose:

  • Istruzione: il ruolo dell’educazione Cavanis è insegnare a tutti a pensare secondo ragione, scienza e conoscenza. Si tratta di formare l’io, vale a dire il soggetto individuale “illuminato”, forgiando la sua libertà di coscienza, il suo spirito critico. È un’educazione che vuole aprire l’accesso all’educazione a tutti, e dare potere a tutti attraverso la conoscenza razionale, conoscenza definita soprattutto come oggettiva e universale.
     
  • Socializzazione: l’educazione Cavanis contribuisce a creare un sentimento di appartenenza collettiva che consente di andare oltre i singoli punti di vista ma anche i particolarismi locali di tipo comunitario.
     
  • Utilità: la preoccupazione è pragmatica e risponde alla logica strumentale. L’educazione Cavanis cerca sempre a preparare i giovani per il futuro, non il contrario, ad essere competenti ed efficienti nella loro vita professionale e, in breve, essere utili alla società.

A questo proposito, le Costituzioni della Congregazione delle Scuole di Carità definiscono l’obiettivo dell’educazione Cavanis come parte integrante poiché cerca di formare tutto l’uomo: “Accogliere con amore di padri fanciulli e giovani, […], formali ogni giorno nell’intelligenza e nella pietà […]”(Costituzione, 3/2). Illuminata dal numero 47/a delle Costituzioni della Congregazione delle Scuole di Carità che dice che “[…] gli educatori instaurino con ognuno di essi un dialogo e un rapporto; si sforzino, rispettandone la libertà, di conoscerne il carattere e i problemi per portali ad assumere le proprie responsabilità alla luce della sapienza cristiana”, l’educazione Cavanis cerca di aiutare i giovani a riconoscere ed esprimere facilmente i loro sentimenti, con l’obiettivo che essi sviluppino un elemento essenziale che permetta di comunicare meglio, di comprendere se stessi e di essere compresi. Comprendere i propri sentimenti consente ai giovani di diventare più sensibili e questa sensibilità spesso rappresenta un prerequisito per stabilire buone relazioni sociali. In effetti, ogni essere umano deve essere ascoltato e compreso, è una questione del suo equilibrio e del suo benessere.

A questo scopo, abbiamo dato la parola ai nostri studenti di Possagno, otto in particolare, ed essi si sono espressi spontaneamente su ciò che pensano dell’educazione che ricevono alla Scuola Cavanis. Nelle linee che seguono, presenteremo i loro pensieri come sono stati da loro espressi, senza apportare correzioni in modo da lasciarli autentici, senza distorcerli: si dice che chi traduce tradisce.

Tommaso Polo, Filippo Binotto, Sagnam De Zen, Matilda Filippeto, Lucia Carraro, Irene Carraro, Maria Pellizzari, Giulia Serra, studenti al Liceo San Giuseppe Calasanzio/Possagno. Introduzione di Jérémie MUNDELE NAIN, CSCh.

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