Timor Est: la speranza che assicura il futuro

La solidarietà interna ma anche internazionale è visibile e porta segni di vera Pasqua nell'oscurità della vita del Timor Est.

P. José Valdir Siqueira, Cavanis, partecipa con l'équipe sanitaria alla visita e distribuzione di medicinali nella comunità di Aik-Laran dopo il diluvio, comunità che è sotto la cura pastorale dei Padri Cavanis.
P. José Valdir Siqueira, Cavanis, partecipa con l'équipe sanitaria alla visita e distribuzione di medicinali nella comunità di Aik-Laran dopo il diluvio, comunità che è sotto la cura pastorale dei Padri Cavanis.

In mezzo alle situazioni che umanamente sembrano impossibili superare, ciò che ci spinge a continuare è sempre le soltanto quella innata speranza che a volte non sappiamo neanche di averla. Userò come punto centrale di mia piccola riflessione un testo ben noto a tutti noi, tratto dal Vangelo di Luca: i Discepoli di Emmaus (Lc 24,13-35).

È notte, resta con noi” – Dall’attuale contesto storico e mondiale, ma soprattutto da Timor Est, mi propongo di riflettere il tema della “notte”. Il vangelo di Giovanni (cfr Gv 20, 19-31), dice che “era notte”, diversa dal radioso mattino della risurrezione. I discepoli erano chiusi in casa, le porte chiuse per paura degli ebrei (v.19). 

Nell’ultimo anno del 2020 e anche quest’anno del 2021, la maggior parte dell’umanità è stata ed è tuttora rinchiusa in casa, “per paura”, non degli ebrei, ma di questo terribile nemico invisibile. Questa “notte” di pandemia va avanti da molto tempo.

Distribuzione dell'acqua per la popolazione di Estesaun Lessibutak. Comunità dove vivono i Padri Cavanis a Dili – Timor Est.
Distribuzione dell’acqua per la popolazione di Estesaun Lessibutak. Comunità dove vivono i Padri Cavanis a Dili – Timor Est.

 È “notte” nella vita dei discepoli di Gerusalemme. Hanno perso la luce dell’orizzonte. Due di loro scesero e si avviarono per la loro strada. Anche alla luce del giorno, erano nella “notte” della loro vita. L’oscurità era così intensa che non hanno nemmeno riconosciuto Gesù che ha iniziato a camminare con loro: era solo un estraneo in più. Era “notte” quando arrivarono a Emmaus. Una piccola lampada accesa nel loro cuore: si sono aperti all’ospitalità, all’accoglienza, dimenticando un po’ del loro buio. E in quella “notte” ci fu la benedizione e la condivisione del pane. La luce irrompeva nell’oscurità. La vita è riemersa! Tutti sperimentiamo quanto sia difficile camminare nell’oscurità. Il mondo è immerso nell’oscurità.

La nazione di Timor Est insieme ad altri paesi del continente asiatico, in questo anno 2021, sta vivendo anche esso un momento di “lunga notte”. Un tempo di paura, di oscurità, di lacrime, di croce, di morte. Sinceramente, rimane difficile riconoscere Gesù vivo, che cammina con noi. Siamo rimasti vittima di un’alluvione che ha falciato molte vite e causato enorme distruzione in tutto il paese. Non bastasse la pandemia, le acque sono arrivate catastrofiche. 

Timor Est è stato fisicamente immerso nell’oscurità. Le acque hanno invaso case con la furia della corrente dei fiumi, delle pietre che rotolavano, non dalla tomba di Gesù, ma dalle montagne e sradicavano alberi, hanno ucciso animali e persone, distrutto gli impianti elettrici, e ci hanno immerso in una lunga notte. 

Ci consola sapere che la risurrezione di Gesù è la conferma che nemmeno l’oscurità più fitta di una notte apparentemente senza fine, può durare oltre il tempo determinato. 

Infatti, in mezzo a questa tragica “notte”, del Timor Est è subito spuntate alcune luci in forma di solidarietà, ospitalità, di una spalla amica, di compassione, di accoglienza, di un fazzoletto per asciugare le lacrime, ecc. E, come in passato, i due discepoli sono tornati “in quella stessa notte”, anche nella nostra missione Cavanis abbiamo fatto (e lo stiamo facendo ancora) il possibile per fare capire il Dio della Misericordia cammina con noi. 

E bello vedere che nonostante tutto non c’è stata nell’ombra di rassegnazione e la speranza è tornata già a splendere e ricomincia la ricostruzione del Paese. La solidarietà interna ma anche internazionale è visibile e porta segni di vera Pasqua nell’oscurità della vita del Timor Est. Posso affermare stando qui che la speranza davvero c’è: basta guardare i bambini che continuano a giocare e sorridere e la gente che canta sotto il peso assurdo di secchio pieno d’acqua portato per diversi chilometri. 

E se ancora una volta la Parola di Dio ci assicura che “la luce ha vinto le tenebre”, nella speranza di giorni migliori continueremo a domandare al Signore “È notte… ma Tu resta con noi”!

P. José Valdir Siqueira, CSCh – Dili, Timor Est

Cerca